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Isole Tremiti – Gastronomia

In un luogo di mare come le Isole Tremiti il pesce non può che essere il re della tavola in tutte le stagioni. I prodotti e piatti tipici della dieta mediterranea vengono impreziositi e rielaborati alla luce delle specificità territoriali.

Antipasti, fritture, zuppe, e grigliate sono solo alcuni esempi dei tanti utilizzi che il pesce, rigorosamente fresco e pescato in giornata, può offrire nei numerosi ristoranti di San Domino e San Nicola. La cucina tremitese risente fortemente della gastronomia garganica e ciò si manifesta nella frugalità nella preparazione dei pasti e nella scelta dei sapori decisi e ben strutturati. Onnipresenti sulle tavole il pane e la pasta, non di rado preparati secondo l’antica tradizione locale e magari fatti anche dalle massaie secondo ritualità che si ripetono da secoli sempre uguali.

Le combinazioni con crostacei, molluschi e pesci sono praticamente infinite. Spigole, ricciole, scorfani, dentici, triglie giganti, scampi, gamberi e aragoste – giusto per citarne alcuni – passano in poche ore dal mare alla tavola, da soli, insieme ad altri pesci oppure con la pasta: gli spaghetti allo scoglio sono una delle tante prelibatezze che i ristoratori locali, talvolta dotati di un proprio peschereccio, portano in tavola. Da provare i palamiti, pesce dalle carni bianche utilizzato per insalate oppure servito insieme a verdure colorate come capperi, cipolle e pomodorini. I colori sono una costante della gastronomia isolana: lo schiantalo (o tanuta) si distingue anche per la sua gradevolezza cromatica oltre che per il sapore delicato delle sue carni insaporite con le olive nere della zona e l’immancabile olio extravergine d’oliva Dauno DOP.

 

Anche il pane, specie la mollica, è utilizzato per guarnire i piatti di pesce, come ad esempio per fare il ripieno del cefalo alla brace, condito con aglio, prezzemolo e aceto. Segnaliamo le polpette a base di musdea o mustella, secondo una tipica ricetta tremitese. A chi invece piace andare sul sicuro farà piacere sapere che il polpo verace, indispensabile per una vera insalata di mare, è presente in ogni periodo dell’anno e lo stesso vale per lo scorfano, senza il quale una zuppa di pesce non può dirsi tale.

Isole tremiti e la flora terrestre

Le specie vegetali dell’Arcipelago delle Tremiti sono, soprattutto in anni relativamente recenti, oggetto di studi e ricerche cui l’istituzione della Riserva Marina ha dato un impulso notevole. Una delle specie arboree simbolo di queste isole è il Pino d’Aleppo, presente in gran quantità nella pineta di San Domino e in molte altre zone dell’Isola, anche laddove è stata operata una ricolonizzazione di terreni dalle rese agricole non soddisfacenti. I venti di Nord-Ovest determinano un sottobosco disomogeneo ed anche le caratteristiche deformazioni a bandiera degli esemplari sul versante occidentale. All’interno della pineta è presente il cosiddetto “bosco misto”, in cui al Pino autoctono si unisce il leccio, caratterizzato da specie come il pungitopo, l’asparago pungente, l’erica arborea, la melica piramidale ed il caprifoglio.

La macchia a lentisco è invece molto presente sulle isole di San Nicola e di Capraia che presentano anche delle specie piuttosto rare come la “Daphne sericea” e la “Phillyrea angustifolia”, mentre a San Domino compare in misura minore e con la presenza del mirto comune.

Sempre sull’isola maggiore sono presenti le garighe, soprattutto nella fascia costiera di Nord-Ovest, più esposta ai venti marini e quindi con una maggiore influenza della salsedine: è questa la ragione per cui non compare con le medesime concentrazioni sulle altre isole (a San Nicola è del tutto assente).

Pianosa e il Cretaccio si caratterizzano invece per la presenza di prati con vegetazione alofila come la “Lavatera arborea”, il paleo comune e il giunco nero. Un’estensione territoriale simile a quella della pineta d’Aleppo è occupata da terreni coltivati che per la stragrande maggioranza si sono rilevati, nel corso degli anni, piuttosto improduttivi specie in alcune zone e sono stati conseguentemente abbandonati oppure, più di frequente, adibiti a pascoli: ciò ha comportato cambiamenti nella flora che ha visto ridursi le piante agricole per far posto a graminacee di varia natura, dando vita così a quel particolare stadio denominato “pseudosteppa”. Completano il quadro della vegetazione terrestre dell’arcipelago il ginestrino delle scogliere, l’aglio delle isole, la grattalingua comune, il cappero e il limonio delle Tremiti: tutte specie della grande famiglia della vegetazione di scogliera.

Beni archeologici alle Isole Tremiti

Le Isole Tremiti sono state abitate sin dall’Antichità e ciò è dimostrato dalle svariate tracce della presenza umana su questo arcipelago che, come avremo modo di vedere in una sezione a parte, doveva trovarsi attaccato alla terraferma in epoche remote.

I resti più antichi sinora portati alla luce sono quelli dell’Isola di San Domino, precisamente in contrada Prato Don Michele: qui è stato scoperto alla fine del XIX secolo un villaggio del primo Neolitico che è stato al centro di una campagna di scavi a metà del secolo scorso. In realtà non sono state rinvenute abitazioni di alcun tipo ma solo delle ceramiche decorate o, in maggioranza, impresse con motivi molto semplici: si tratta in ogni caso di un grande ritrovamento se si pensa al fatto che la datazione rimanda a oltre 6.000 anni prima di Cristo. Un altro insediamento neolitico, risalente al IV millennio a.C. è stato rinvenuto nell’ambito della medesima campagna di scavi nelle vicinanze di Cala Tramontana: qui, oltre a ceramiche decorate parzialmente secondo lo stile di Matera, furono rinvenuti anche 12 scheletri, segno della presenza di una necropoli di qualche secolo successiva.

Panorama zona archeologica nelle tremiti

L’Isola di San Nicola è stata anch’essa oggetto di scavi e ricerche che hanno conosciuto maggiori difficoltà nella datazione dei reperti in quanto, spesso, le medesime località hanno fatto da teatro a più insediamenti nel corso dei secoli, producendo in tal modo una sovrapposizione delle loro tracce.

 

I fori cilindrici notati su alcune rocce calcaree nel cuore dell’Isola fanno pensare a strutture abitative risalenti al I millennio a.C. , così come le ceramiche rinvenute sembrano rimandare all’Età del Ferro (XIX-VII sec. a.C.). Nel medesimo luogo si trovano fosse sepolcrali rettangolari del tutto analoghe a quelle dell’età classica greca e due tombe “a grotticella” del periodo ellenistico, tra cui la celebre “Tomba di Diomede”. Nelle vicinanze sono venute alla luce le fondamenta e il criptoportico di una Domus romana di cui è ricostruibile agevolmente la pianta, risalente al I sec. a.C. o d.C. L’ultima recente scoperta è una seconda Domus grazie al pavimento in mosaico la cui tecnica non geometrica rimanda sempre al I sec. a.C.