Il nome Tavoliere delle Puglie, risalente all’epoca romana, comprende le aree completamente pianeggianti (al massimo i rilievi collinari arrivano a 450 metri) che si estendono per oltre 4 mila chilometri quadrati dal livello del mare Adriatico sino alla base dell’appennino Dauno.
Risulta, pertanto, alquanto diversificato dal punto di vista morfologico e climatico essendo la più estesa pianura italiana dopo la Pianura Padana.
Percorrendo in automobile la strada che si snoda attraverso il Tavoliere, si noterà che prospettive stupende allietano l’animo e la strada verso Bari, e caratteristico sarà il paesaggio di campagnache si può ammirare, con i trattori nei campi e le gigantesche balle di fieno che sono un elemento ricorrente nel territorio pugliese, e gli edifici rurali sparsi qua e là nel verde. I paesini lontani sono collegati da strade bianche che tagliano l’orizzonte.
Lasciando la strada principale si incontraranno incantevoli sentieri che si trasformano sino a diventare bellissime stradine tra i campi coltivati, soprattutto nella zona dell’Alto tavoliere, ove qua e là si scorgono covoni di frumento e segale, sui vari terrazzamenti. Una passeggiata a cavallo, magari, tra i campi della pianura pugliese, ove un albero sarà sempre lontanissimo dal successivo, per assaporare la vita agricola della Puglia, permetterà di immergersi nei colori particolari di questo splendido territorio.
L’uso del suolo è piuttosto omogeneo: un tempo, il terreno poco fertile era adibito esclusivamente al pascolo, ma oggi la coltura prevalente è il seminativo: grazie ad intense e diligenti opere di bonifica intraprese nel 1800, il Tavoliere delle Puglie è per la maggior parte occupato da campi coltivati soprattutto a cereali, a ortaggi, uliveti e vigneti. Nei campi coltivati sempre sarà possibile vedere lo spettacolo dei getti d’acqua girevoli che coprono lunghe distanze, innaffiando le infinite coltivazioni. Le sconfinate, ondeggianti, bionde messi dei campi coltivati a segale, frumento e miglio, generano un forte contrasto e creano suggestive immagini, tra questi campi su cui sono raccolte le balle di fieno, e l’azzurro del cielo.
Le più importanti località del Tavoliere delle Puglie sono nel cosiddetto Basso Tavoliere, e si ricordano Foggia, San Severo, Lucera e Cerignola, i cui segni del glorioso passato sono ben visibili nei rispettivi centri storici che hanno conservato l’impronta medievale e dove, fra pregevoli palazzi, sarà possibile trascorrere indimenticabili pomeriggi alla riscoperta del passato.
Dal punto di vista morfologico, il tavoliere è pianura da sollevamento cioè una pianura che si è formata grazie al sollevamento dei fondali marini, seguiti a movimenti interni della Terra. Chi ama una vacanza all’insegna dello studio della geologia troverà in questa zona parecchio materiale a cui far riferimento, tra il rosso della terra arida e il giallo dei campi di grano bruciati dal sole.
Il clima nel Tavoliere delle Puglie è sostanzialmente mite anche se le temperature invernali possono raggiungere valori molto vicini a quelli delle regioni più continentali a causa delle correnti di aria fredda provenienti dall’est Europa. Così in inverno, in queste zone per lo più isolate, si potrà girare per la campagna senza avvertire alcun odore o suono, come se tutto fosse immobile. Ma in primavera il polline nell’aria, i fiori nei prati, le gemme sugli alberi e la semina nelle campagne risveglieranno questa immensa pianura, in attesa dell’estate. Le estati infatti sono calde, con scarse precipitazioni, e tutto si riempie dell’intenso odore del grano, che si ha sempre la sensazione di poterlo sentire, quando il dolce vento d’estate serpeggia fra le coltivazioni degli olivi.
Proseguendo, si incontrano le turbine eoliche, che in pochi anni hanno avuto una proliferazione selvaggia, e insieme al paesaggio cambiano le parole, perché hanno mutato il volto tipico di aree rurali e agro-pastorali. I danni al territorio derivanti dall’installazione delle pale eoliche, sono notevoli: l’insediamento delle centrali eoliche, determina collisioni degli uccelli e dei pipistrelli (e a nulla valgono le proteste della LIPU) con le pale; inoltre si ha un continuo degrado dell’area in termini di compattezza e omogeneità dell’ habitat. Ancora oggi il paesaggio violentato dei parchi eolici con le gigantesche pale, contrasta con chi le difende a spada tratta.