Probabilmente uno dei pesci marini più simpatici d’aspetto, l’Ippocampo o Cavalluccio Marino, pur diffuso un po’ in tutte le acque salate del pianeta con una temperatura medio-alta, trova uno dei suoi habitat più congeniali proprio nella riserva marina delle Isole Tremiti. Le acque calde, i fondali non molto profondi e soprattutto le ampie praterie di Posidonia rendono il cavalluccio marino uno dei protagonisti delle esplorazioni subacquee di queste zone.
Dal tipico corpo allungato, con formazioni circolari ossee e senza squame pur essendo un pesce, non è un veloce nuotatore ma preferisce agganciarsi alla vegetazione sottomarina con la sua forte coda prensile a cui si deve, insieme alla pinna dorsale, il tipico movimento ondulatorio che ricorda il galoppo di un cavallo.
Si nutre per lo più di gamberetti, giovani pesci di piccole dimensioni e plancton: è però anch’esso una preda e, non potendo contare su un nuoto veloce, è dotato di un’ottima vista da lontano e di occhi in grado di offrire un ampio campo visivo e di muoversi indipendentemente in maniera del tutto analoga a quelli dei camaleonti.
Una delle caratteristiche più singolari è quella relativa alla riproduzione: dopo aver generato le uova, infatti, la femmina le deposita in una sacca addominale del maschio dove completeranno la loro gestazione e verranno alla luce i cuccioli.
Questi sono già alla nascita capaci di nuotare e di procurarsi il cibo da sé: i genitori, d’altronde, non si curano affatto di loro dopo la nascita.
La sua presenza nei fondali delle Tremiti ha un doppio valore.
Da un lato rappresenta un’oasi protettiva per un animale a rischio di estinzione: l’«hippocampus hippocampus», dal colore rossiccio, e l’«hippocampus guttulatus», dai toni giallastri, le due specie più frequenti da queste parti, sono annoverate tra quelle protette dal CITES che ne proibisce la cattura e la vendita; la particolare conformazione ha finito col rivelarsi un boomerang per questa specie che trova anche, suo malgrado, largo uso nella medicina tradizionale cinese.
Dall’altro sono sempre più numerosi gli studi che confermano come questo grazioso pesce prediliga acque non inquinate: un ulteriore attestato della purezza del mare delle Tremiti.
Sono attestate altre specie non rientrati, per ora, tra quelle protette dalle autorità: l’invito è comunque quello di ammirarlo durante le immersioni sui fondali ma di evitare in ogni caso di catturarlo o rovinarne l’habitat.