Come in tutti i posti in cui la natura sembra avere ancora il predominio sulle opere dell’uomo, anche sulle Isole Tremiti sono nate numerose leggende i cui spunti risalgono sia a fenomeni naturali, spesso collegati al mare, che a fatti storici realmente accaduti.
Dell’eroe greco Diomede si è parlato nella sezione a lui dedicata, facendo cenno alle tante varianti del mito che comprende anche le Diomedee (Berte Maggiori), uccelli simili ai gabbiani per dimensioni ed abitudini, il cui verso ricorda molto il pianto di un neonato: alla morte di Diomede per mano del fratello Aleno, questi venne sepolto e, secondo una versione della leggenda, tutti gli abitanti delle isole vennero scacciati dagli Illirici. Le anime degli esuli vennero trasformate in uccelli da Venere (che in un’altra versione li rende tali per vendetta) per vigilare sulla tomba del loro re.
Tale mito avrebbe trovato riscontro secondo un’altra leggenda: nel Cinquecento, Padre Basilio da Cremona, un benedettino dell’abbazia, rinvenne per caso resti umani e monete d’oro e d’argento scavando sull’Isola di San Nicola.
Un simile ritrovamento è alla base della leggenda di don Benedetto Cocarella, un eremita del XVI secolo sull’Isola di San Nicola cui apparse la Madonna per comunicargli la collocazione di un ingente tesoro: dopo una seconda apparizione, in cui la Vergine sarebbe apparsa crucciata per il mancato seguito dato alle sue parole, il religioso si decise a scavare e rinvenne ricchezze tali da poter costruire un santuario mariano.
Sono moltissime le leggende relative ai tesori nascosti nell’arcipelago e pare che abbiano un certo fondamento se si pensa che, per la loro posizione geografica ed anche per l’efficienza dei monaci-guerrieri nel difendere i propri territori, le Isole Tremiti furono in più occasioni utilizzate come luogo di deposito segreto da parte di pirati, mercanti e militari. “Punta del Diamante” si chiama così proprio per via di una di queste storie cui qualcuno di tanto in tanto dà credito e inizia a scavare sulla base delle indicazioni contenute nei racconti.
Interessanti anche le leggende sui fantasmi: su tutti quello di un galeotto e di un’anziana signora. Il primo, scappato da una colonia penale, sarebbe stato riacciuffato e decapitato presso il Cretaccio, dove ancora oggi si aggirerebbe con la testa sotto al braccio. La seconda, il fantasma più famoso dell’arcipelago, sarebbe l’antica proprietaria dell’Isola e la si potrebbe ancora udire urlare durante le tempeste.