Una delle caratteristiche più suggestive delle Isole Tremiti è il fascino delle bellezze naturali da cui è impossibile non restare rapiti. Una delle espressioni più tipiche della natura incontaminata di questi luoghi è rappresentata certamente dalle grotte che si trovano lungo il perimetro delle cinque isole.
Visitare le Isole Tremiti senza aver dato uno sguardo, seppur fugace, alle sue innumerevoli grotte, significa perdere un aspetto importante di questo territorio unico ed anche una consistente parte delle emozioni che è in grado di regalare.
Non sarà difficile trovare presso la struttura dove si alloggia informazioni su una gita in barca con visita alle grotte: ogni giorno partono dalle coste delle isole di San Domino e San Nicola decine di imbarcazioni di ogni dimensione e vi sarà solo l’imbarazzo della scelta. Nell’ipotesi (piuttosto remota) che non si riesca a reperire informazioni o se magari si intende rimanere sull’isola per poche ore, si può in ogni caso fare un rapido giro al porto e sicuramente si riceverà l’offerta di un qualche barcaiolo del posto, disposto anche ad accordarsi sul prezzo e sull’itinerario.
Le grotte naturali qui sono davvero tantissime ma vale la pena indicarne qualcuna, senza la quale una gita in barca alle Tremiti non può dirsi completa.
Una delle più suggestive è senz’altro la Grotta delle Viole, all’interno della quale si ha l’impressione di essere avvolti in un turbinio di colori e sfumature: entrati da una spaccatura della roccia di circa 5 metri si assiste allo spettacolo delle pareti interne ricoperte di fiori dalle tonalità rosacee, argentee e gialle, il tutto avvolto dai riflessi dei raggi solari che penetrano dall’alto e conferiscono alle pareti rocciose e all’acqua un colore che va dal verde all’azzurro che ben si abbina al rosso delle alghe che marcano il livello dell’acqua sulle rocce. Usciti dall’altra spaccatura lievemente più ampia si possono notare le viole sul pendio da cui il nome.
La Grotta delle Rondinelle è di dimensioni minori e meno variopinta ma non per questo meno suggestiva: il suo nome deriva dai nidi di rondini presenti al suo interno.
La Grotta del Sale è così chiamata perché vi veniva nascosto il sale in epoche passate ed anche, secondo alcuni, perché grazie all’effetto delle maree, era possibile raccoglierne in gran quantità.
La Grotta più caratteristica è forse quella del Bue Marino, sulle cui pendici nidificano le diomedee, gli uccelli caratteristici dell’arcipelago: un tempo rifugio della foca monaca grazie alla spiaggetta che forma al suo interno per via alle acque bassissime, regala ancora oggi grandi emozioni per la sua profondità di circa settanta metri, nel corso dei quali offre spettacoli di riflessi e rifrazioni impareggiabili.