E’ di gran lunga la minore delle Isole Tremiti. Ha una lunghezza di circa 400 m ed una larghezza nel punto massimo di 200 m ca. per uno sviluppo costiero complessivo di 1,3 km.
Ciò conferisce all’Isola del Cretaccio la caratteristica conformazione a mezzaluna che ben si presta ad essere immaginato come una sorta di spartitraffico o frangiflutti naturale tra le isole di San Domino e San Nicola da cui dista rispettivamente 300 m e 200 m.
Per le due ridotte dimensioni in molti non la annoverano tra le isole Tremiti e preferiscono riferirsi al Cretaccio come ad uno scoglio molto grande: l’altra definizione possibile, forse quella che meglio si addice a questo territorio, è quella di isolotto, una sorte di classificazione intermedia.
Dalle immagini dall’alto si nota che la forma a mezzaluna è determinata essenzialmente dalla forte rientranza che si scorge a metà dell’isolotto, segno evidente di secoli di erosione marina e di correnti d’aria piuttosto impetuose. Per la sua posizione, informano gli esperti, il Cretaccio è il luogo delle Isole Tremiti che più ha risentito dell’azione erosiva degli agenti atmosferici i quali continueranno a levigarne la superficie fino a cancellarlo completamente nel corso dei secoli a venire.
Dalla banchina di San Domino, dalla Spiaggia dei Pagliai, da Cala Spido, da Cala Matano od anche dalla banchina di San Nicola è possibile osservare il Cretaccio da una distanza ravvicinata ed apprezzarne le pendici assolutamente prive di vegetazione e di un tipico colore giallastro, dovuto alla composizione del terreno fortemente argillosa (il toponimo deriva infatti da “creta”) che la rende ancor più malleabile per l’erosione delle correnti e del mare.
E’ possibile visitarlo, magari soffermandosi le rovine dell’antico porticciolo, benché dia il meglio di sé soprattutto nei fondali e nelle secche che lo circondano.
Come tutti i posti di mare anche le Isole Tremiti hanno le loro leggende paurose e le più suggestive sono ambientate proprio sull’Isolotto del Cretaccio: qui si aggirerebbe il fantasma di un detenuto della colonia penale qui decapitato ancora con la sua testa sotto al braccio ma soprattutto si potrebbero udire le urla di un’anziana strega, “residente” sul vicino Scoglio della Vecchia, durante le notti di tempesta.