Aggiornamento 3 Luglio 2013 …
Sono stati resi noti i risultati degli esami da parte dell’Arpam la schiuma solida.Dalle analisi non sono emerse sostanze inquinanti. La schiuma sarebbe quindi riconducibile al disgregarsi di un’alga non tossica dovuto al repentino abbassamento delle temperature e al moto ondoso dell’ultimo periodo.
Massiccia presenza di mucillagine e nessun tipo di sostanze inquinanti: è questo il bilancio dell’azione sul tratto di mare che interessa le coste delle isole Tremiti, in particolare quelle di San Domino. Gli ambientalisti hanno chiesto di verificare l’origine e le caratteristiche di un fenomeno che all’inizio dell’estate 2013 ha colpito la zona: è comparsa una sospetta massa bianca in mare, lungo il litorale che costeggia San Domino, la quale continua a destare sospetti creando l’effetto di un paesaggio surreale.
L’aspetto più evidente di questo insolito fenomeno è la produzione di una grossa quantità di schiuma che si propaga per chilometri arrivando anche a sfiorare la terraferma. Immediati gli interventi e i sopralluoghi finalizzati alla verifica delle reali condizioni delle acque; in ogni caso, comunque, al momento dell’ispezione, la situazione si è presentata priva della criticità iniziale.
Le conseguenze sull’ecosistema certo sarebbero devastanti per quel che concerne l’alterazione della clorofilla e del fitoplancton marino delle isole Tremiti, proclamate come è noto, Area marina protetta (Amp) del Parco nazionale del Gargano, e da sempre sottoposte ai massimi standard di conservazione e tutela. Ma dai primi accertamenti pare si tratti di un semplice fenomeno biologico, anche se il fenomeno in questione non si è mai verificato prima.
Le autorità che hanno eseguito i primi controlli, vigili, Capitaneria di Porto e uomini del laboratorio analisi, recandosi sul posto ed avendo prelevato le acque per sottoporle ad analisi, hanno fornito risultati che pare abbiano sciolto l’arcano. Gli esperti infatti parlano di un fenomeno che potrebbe derivare da una combinazione di vento, correnti e microalghe, e le verifiche fin’ora effettuate ricondurrebbero semplicemente il fenomeno a qualcosa di biologico: sarebbe solo mucillagine, alghe morte; infatti per due metri nella schiuma si vedono i filamenti in decomposizione e l’effetto della schiuma sarebbe causato dall’infrangersi delle onde sugli scogli.
Il risultato dell’attività, è derivante da vari interventi operativi pianificati e realizzati dopo un’attenta valutazione del fenomeno, e da missioni di equipes specifiche già in atto nell’ambito del programma di monitoraggio delle acque delle Tremiti. L’acqua delle isole Diomedee è stata campionata più volte e sottoposta ad analisi con microscopio, e la schiuma pare si sia presentata come un semplice aggregato di sostanza gelatinosa senza struttura cellulare, escludendo quindi la presenza di batteri indicatori di inquinamento di origine fecale. Tutto ciò ha portato ad ipotizzare che si tratti di mucillagine.
In effetti gli aggregati gelatinosi, prodotti dall’essudazione di microrganismi come le alghe unicellulari, per effetto delle condizioni meteo-climatiche e di idrodinamismo che hanno caratterizzato le acque delle Tremiti in questo periodo (elevate temperature e mare calmo), tendono ad aggregarsi in lunghe strisce galleggianti. La presenza delle bolle, inoltre, sarebbe dovuta al fatto che durante tale processo, queste sostanze intrappolano una ricca flora di organismi unicellulari, la cui attività metabolica provoca la formazione di gas.
In poche parole si dovrebbe trattare di piccole escrezioni di alghe fitoplanctoniche, presenti normalmente in ambiente marino. Sono certamente un indice di stress dell’intero ecosistema, esasperato dal caldo fuori norma delle ultime settimane e dall’assenza di vento e correnti che hanno causato il ristagno delle acque. Ma sembrano essere fenomeni del tutto naturali.