Si è già avuto modo di sottolineare che la fauna terrestre delle Isole Tremiti non è particolarmente numerosa, inducendo forse l’erronea convinzione che uno sguardo alle specie animali della terraferma sia del tutto trascurabile e non riservi delle sorprese.
La diversificazione degli ambienti vegetali corrisponde ad una variegata, seppur non nutrita, presenza faunistica che, pur non paragonabile per rilevanza a quella marina, è certamente interessante.
Presenti in tutti gli ambienti dell’Arcipelago sono gli insetti, la cui capacità di adattamento alle più svariate ed avverse condizioni di vita è ben nota. Molto frequenti sono invertebrati crostacei isopodi come l’Armadillidium vulgare, lo Scarabeo o la Coccinella septempunctata; miriapodi come la Scolopendra cingulata o il Pachyiulus unicolo; chiocciole come la Helix virgata o la Helix aperta; farfalle come la Pieris brassicae e la Nymphalis polychloros; ragni come l’Argiope Bruennichi o la Malmignatta; ortodotteri come l’Acrida bicolor mediterranea, l’Anacridium aegyptium o la Mantide religiosa.
Presenti, seppur in misura minore, anche i rettili. Tre sono le specie più significative: la Lucertola campestre, di fatto onnipresente in tutte le isole escluso il Cretaccio, il Geco verrucoso e il Biacco, l’unico serpente dell’Arcipelago, assolutamente innocuo e non velenoso benché capace di mostrare il proprio temperamento aggressivo se infastidito.
Poco rappresentati sono i mammiferi, per lo più roditori: il coniglio selvatico, il ratto nero e il topolino domestico.
L’espressione più bella della fauna non marina delle Isole è rappresentata sicuramente dagli uccelli. Si va da specie di piccola taglia come l’Occhiocotto, il fringuello, lo scricciolo, il cardellino, la ballerina bianca e gialla, il verzellino, il passero e la capinera a specie di dimensioni maggiori come il falco pellegrino, il gheppio, la berta maggiore e minore, il rondone e il gabbiano reale.
Il volo in stormi, caratteristico di molte delle specie sopraelencate, ha dato origine a suggestive leggende che meritano un approfondimento a sé: tra queste si segnalano quelle sui gabbiani e le berte, detti “diomedee” in onore a Diomede, storico fondatore delle isole che qui sarebbe giunto insieme ai compagni di battaglia che, secondo il mito, un incantesimo avrebbe mutato proprio in questi uccelli.